martedì 5 aprile 2016

Bang!!!



Quando sentivo parlare di decostruttivismo immaginavo sempre qualcosa di strettamente materico,fatto di forme manipolate,scomposte, volumi plastici , geometrie spezzate.
Nella mia mente erano ben chiari esempi a cui riferirmi (ovvero gli architetti che parteciparono alla mostra di Nwe York "Deconstructivist Architecture" del 1988 -Ghery, Libeskind ,Koolhaas,Eisenman,Hadid,Tshumi e il gruppo Coop Himmelg(l)au.)

Stranamente avevo categorizzato non solo  una certa tipologia di architettura ma l'architettura stessa come materia .
Successivamente, approfondendo la figura di Libeskind,mi trovo tra le mani alcune sue interviste che sono state per me motivo di riflessione e ripensamento.

"L'architettura è un linguaggio e che,proprio come la grande letteratura o la grande musica, può raccontare la storia dell'animo umano"

 Con ciò intende dire che l'architettura deve essere linguaggio della conoscenza e creatività.
Non si limita a riferimenti di tipo materico o funzionale ma parla di animo e di tempo che scorre,dell'invisibile.Esso è per lui l'unico modo per conoscere il nostro tempo e creare un'architettura che dialoghi veramente con le persone.

"Penso che non si dovrebbe essere troppo impressionati da ciò che è chiamato spazio fisico.Lo spazio fisico è buono per i fisici:non è uno spazio architettonico ed è interessante che la maggior parte degli architetti parli ancora come se l'architettura fosse basata sulla fisica (...) E' chiaro che un edificio non è fatto di vetro e di mattoni,anche se è realizzato in questi materiali, ma è costruito da qualcosa altro:L'INVISIBILE. (...) Ma questa stanza in cui sto per entrare è fatta anche ,e soprattutto, di tutte quelle stanze nelle quali sono entrato in precedenza e di quelle in cui aspiro ad entrare (...)"

Dunque egli vede l'architettura ( stanze ) come la creazione di luoghi che mettono in relazione le sensazioni fisiche con la coscienza e i ricordi ,relazionano il luogo con l'attività che si intende svolgervi.
L'architetto deve esse quindi consapevole attraverso i suoi gesti di mettere in moto processi conoscitivi e comunicativi.
" in un istante la musica crea un'atmosfera. I grandi edifici fanno lo stesso, evocano uno stato d'animo preciso dal momento stesso in cui si varca la soglia "

L'invisibile è dunque il potere di trasformazione dalla nostra esperienza diretta sull'architettura.
Per Libesckind il disegno stesso dell'architettura ci rivela l'invisibile e dà luogo alla conoscenza.

E' da questa idea così innovativa del sapere che mi è sembrato giusto studiare una delle sue architetture non ancora realizzate per poterne indagare i significati più astratti.


L'AMPLIAMENTO DEL VICTORIA & ALBERT MUSEUM DI LONDRA 




BANG : LA SPIRALE

L'idea progettuale alla base sono le infinite possibilità date dalla spirale,oggetto di numerosi studi e esaminata per dare conoscenza a molteplici fenomeni. Utilizzata dal rettangolo aureo per dar forma alla "bellezza" utilizzata dai fisici e matematici per dar forma all'universo.




Progetto da 100 milioni di sterline doveva avere il compito di ospitare le nuove mostre d'arte contemporanee e design come ampliamento dei tre edifici del museo esistente.
Da subito ricosse pareri controversi : da un lato i privati, estremamente favorevoli,avevano raccolto ben 31 milioni di sterline , dall'altro alcuni critici che hanno avuto la meglio lo descrivevano come un cumulo di carta pesta, una lumaca o addirittura un alieno che spuntava fuori dal museo.





Le chiusure esterne nascono dalla continuazione del muro esterno continuo (larghezza pari ai muri perimetrali dell'edificio antico) e che sale nello spazio attraverso un movimento a spirale verticale che si spezza frammentandosi creando nuovi angoli e viste.
In pratica il muro esterno che nasce in maniera canonica invece salendo viene piegato e le superfici che si creano si intersecano a loro volta tra loro entro le quali passano le strutture portanti.




Le dimensioni delle singole superfici sono divise in maniera frattale ossia in oggetti geometrici dotati di omotetia interna( la forma si ripete nello stesso modo ma su scale diverse e ingrandendo una qualunque parte di ottone una figura simile all'originale.)
Nel caso più specifico l'edificio è creato da triangoli ,quadrati ed esagoni.
Tale metodologia consente la possibilità di utilizzare sulle superfici di facciata materiali diversi e con forme diverse facilmente standardizzabili e modulabili nelle più variate combinazioni.


I materiali che erano stati pensati erano anch'essi differenziati nella verticalità: calcestruzzo nel piano terra, nel piano intermedio strutture in acciaio e nella parte superiori grandi vetrate.

La varietà delle facciate nella loro inclinazione e disposizione spaziale era stata pensata appositamente per creare da un unico ambiente diversi punti di vista che ,attraverso le luci,i colori, i susseguirsi di spazi diversi, suscitano quel luogo invisibile di idee e sensazioni sempre nuove.


Con questo video sarà sicuramente più facile apprezzare la complicata struttura e l'evolversi di un'idea: